Importante: il patto parasociale che potrebbe far fallire l’OPA di Retex su Alkemy

Il Patto Parasociale e le Implicazioni per l’OPA di Retex

L’offerta pubblica di acquisto (OPA) lanciata da Retex su Alkemy, una digital company quotata sull’Egm, ha incontrato un ostacolo significativo. Cinque azionisti di Alkemy hanno sottoscritto un patto parasociale che li vincola a non cedere le proprie azioni, che rappresentano il 10,26% del capitale sociale e il 14,98% dei diritti di voto. Questo patto ostacola pesantemente Retex nella sua ambizione di acquisire il 90% del capitale necessario per rimuovere Alkemy da Piazza Affari. Gli azionisti hanno tempo fino al 20 settembre 2024 per partecipare all’offerta, ma il patto potrebbe essere un serio ostacolo.

Tra coloro che hanno aderito all’accordo figurano Alessandro Mattiacci, presidente di Alkemy; Riccardo Cesare Lorenzini, membro del Consiglio di Amministrazione; la società Lappentrop, interamente controllata da Mattiacci; la società QMAT e Francesco Hensemberger. La presenza di Mattiacci e Lorenzini tra i sottoscrittori del patto evidenzia le spaccature all’interno del Consiglio di Amministrazione di Alkemy rispetto all’acquisizione proposta da Retex. Sebbene il presidente della società, Mattiacci, sia contrario all’offerta, l’amministratore delegato, Duccio Vitali, ha approvato la vendita delle sue azioni e si è reso disponibile ad assumere la carica di CEO del gruppo che risulterebbe dalla fusione di Alkemy e Retex.

Il Contesto Finanziario e le Reazioni del Mercato

L’OPA di Retex, avviata il 19 agosto, offre 12 euro per azione, un valore non molto distante da quello dell’IPO avvenuta nel 2017. Dopo l’annuncio dell’offerta, le azioni di Alkemy hanno visto un significativo incremento, avvicinandosi al prezzo dell’OPA. Nello specifico, i titoli hanno toccato 11,7 euro, segnando un incremento di oltre il 20%. Tuttavia, nonostante questo incremento, l’offerta di Retex è stata considerata inadeguata da vari azionisti e dal Consiglio di Amministrazione di Alkemy.

Secondo dati recenti forniti da Borsa Italiana, ad oggi sono state conferite all’OPA di Retex appena sotto le 238 mila azioni di Alkemy, corrispondenti a poco più del 4,18% del totale delle azioni in offerta. Questo fatto, associato all’accordo di non adesione, complica ulteriormente il raggiungimento dell’obiettivo prefissato da parte di Retex.

Le Divisioni nel Consiglio di Amministrazione di Alkemy

La presenza di Mattiacci e Lorenzini tra i firmatari dell’accordo non tarda a manifestare le divergenze interne al Consiglio di Amministrazione di Alkemy riguardo all’OPA di Retex. Benché il presidente della società, Mattiacci, si opponga con forza alla proposta, l’amministratore delegato, Duccio Vitali, si è detto favorevole alla vendita delle proprie azioni e al ruolo di CEO all’interno del gruppo che risulterebbe dall’integrazione tra Alkemy e Retex. Altri membri del top management di Alkemy hanno già aderito all’offerta.

Nei mesi precedenti al lancio dell’OPA, Retex ha dichiarato una serie di sottoscrizioni da parte di azionisti che complessivamente rappresentavano il 18,96% del capitale sociale di Alkemy, equivalente al 27,64% dei diritti di voto esercitabili in assemblea. Tuttavia, il Consiglio di Amministrazione di Alkemy ha respinto l’operazione, giudicandola finanziariamente insufficiente, secondo anche l’analisi di istituti come Intesa Sanpaolo.

Bullet Executive Summary

In sintesi, l’OPA proposta da Retex su Alkemy deve affrontare ostacoli considerevoli, soprattutto dovuti al patto di non adesione siglato da cinque azionisti di Alkemy, che rappresentano una quota significativa delle azioni e dei diritti di voto. Questa condizione rende quasi impraticabile per Retex l’ottenimento del 90% del capitale, necessario per radere al suolo Alkemy da Piazza Affari. Le divisioni nel Consiglio di Amministrazione di Alkemy e le reazioni del mercato aggiungono ulteriore complessità all’operazione.

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