- Nel Regno Unito, Google detiene oltre il 90% delle ricerche effettuate e ospita più di 200.000 imprese che pubblicano annunci.
- La nuova legislazione britannica, il Digital Markets, Competition and Consumers Act, conferisce poteri aggiuntivi alla CMA per proteggere i consumatori.
- Negli Stati Uniti, Google è stato accusato di potere monopolistico illecito, con il rischio di dover vendere il browser Chrome.
- In Europa, Google ha ricevuto una multa di 2,42 miliardi di euro nel 2017 e una di quasi 5 miliardi di euro nel 2018 per pratiche anticoncorrenziali.
Nel gennaio 2025, il Regno Unito ha avviato una nuova indagine antitrust contro Google, segnando una nuova tappa nella serie di sfide legali che il colosso tecnologico si trova ad affrontare a livello globale. L’ente britannico per la vigilanza sulla concorrenza e il mercato (CMA) indaga riguardo alla posizione predominante di Google nei settori dei motori di ricerca e della pubblicità a pagamento, analizzando il possibile impatto su utenti, pubblicitari, editori di notizie e piattaforme di ricerca concorrenti. Con Google che detiene oltre il 90% delle ricerche effettuate nel Regno Unito e più di 200.000 imprese che pubblicano annunci sulla sua piattaforma, l’obiettivo della CMA è di garantire una scelta equa e innovativa nei servizi di ricerca per i cittadini.
La nuova legge britannica, nota come Digital Markets, Competition and Consumers Act (DMCC), attribuisce alla CMA poteri aggiuntivi per investigare e far rispettare le normative a protezione del consumatore. Questo cambiamento fa parte di una serie continuativa di azioni legali che Google deve gestire, mettendo in evidenza le continue difficoltà del gigante del tech nel mantenere la sua posizione nel mercato.
Le Sfide Legali negli Stati Uniti: La Questione Chrome
Nel 2024, un giudice degli Stati Uniti, Amit Mehta, ha emesso una sentenza secondo cui Google ha esercitato un potere monopolistico illecito nel mercato della ricerca su internet, concludendo anni di contenzioso lungo quasi quattro anni. La decisione ha rilevato come Google abbia negoziato accordi esclusivi per essere impostato come motore di ricerca di default nei browser, creando in tal modo entrate pubblicitarie significativamente maggiori rispetto ai suoi rivali.
In risposta, il Dipartimento di Giustizia USA ha proposto misure significative, tra cui la vendita del browser Chrome e restrizioni sull’uso di Android per prevenire favoritismi verso il motore di ricerca di Google. La cessione di Chrome è vista come una misura per ridurre la supremazia di Google nel controllo dell’accesso alle ricerche, permettendo agli altri motori di competere su un terreno paritario. Google ha criticato queste proposte come una visione interventista potenzialmente deleteria per il primato tecnologico americano.
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- E se l'antitrust stimolasse l'innovazione nel SEO?... 🤔...
Un Decennio di Indagini Antitrust in Europa
L’Unione Europea ha condotto numerose indagini antitrust contro Google nell’arco dell’ultimo decennio. La prima inchiesta arrivò già nel 2010, quando la Commissione investigò sul presunto monopolio di Google nei motori di ricerca. Nel 2013, fu stabilito che aveva infranto le normative antitrust riservando favori a Google Shopping nei risultati di ricerca, risultato in una sanzione di 2,42 miliardi di euro nel 2017.
Nonostante la contestazione di Google, la sentenza fu confermata dalla Corte di Giustizia Europea. Ulteriormente, nel 2018, Google ricevette una multa quasi equiparabile a 5 miliardi di euro per pratiche anticoncorrenziali legate ad Android. Con l’entrata in vigore del Digital Markets Act (DMA) nel 2023, Google è stata identificata come uno dei cruciali “gatekeeper”, introducendo nuove normative a garanzia di una competizione equa.
Indagini Globali: Australia, Giappone e Canada
Oltre a Stati Uniti ed Europa, anche altre nazioni come Australia, Giappone e Canada hanno lanciato indagini relative alle pratiche di Google. In Giappone, si è scoperto che i contratti firmati da Google hanno violato il Antimonopoly Act interferendo con la concorrenzialità nel mercato degli smartphone. In Canada, l’ente responsabile per la concorrenza ha avviato un procedimento contro Google per abuso nel campo della tecnologia pubblicitaria, proponendo la vendita di due strumenti dedicati ad tech.
In Australia, una vicenda legale aperta nel 2021 da Epic Games contro Google e Apple è stata riesaminata, sostenendo che Google ha svantaggiato gli sviluppatori limitando le opzioni di acquisto e pagamento di app sui dispositivi equipaggiati con Android.
Riflessioni Finali: L’Evoluzione del Mercato Digitale
L’inchiesta britannica sull’antitrust verso Google costituisce un momento critico nel panorama attuale di SEO e social marketing. Comprendere come le dinamiche del mercato siano influenzate da pratiche anticoncorrenziali è essenziale per chi opera in questo settore. Una fondamentale pratica di SEO è diversificare le strategie di marketing in modo da non far affidamento su una sola piattaforma o motore di ricerca, promuovendo così una maggiore resistenza ai cambiamenti normativi o di mercato.
Un concetto avanzato di SEO e social marketing è l’adozione di tecniche di data-driven marketing, che consentono di ottimizzare le campagne pubblicitarie attraverso l’analisi dei dati. Questo approccio permette di adattarsi celermente alle nuove regolamentazioni e di carpire al meglio le occasioni offerte in un mercato costantemente mutante.
Riflettendo su queste sfide, emerge quanto sia cruciale costruire un ecosistema digitale equo e dinamico, uno spazio dove l’innovazione non venga frenata. È necessario che le aziende e i professionisti del campo restino consapevoli e disposti a modificare i propri metodi operativi, garantendo un avvenire sostenibile e proattivo nel marketing digitale.